LA GIOVINEZZA

Al termine della Seconda guerra mondiale, una prima tragedia si abbatte sugli Šimek: il capofamiglia si suicida. Dáša viene allontanata da casa e iscritta al collegio delle Dame Inglesi del castello di Štěkeň.

Nel ‘48 con l’avvento del regime comunista la loro villa viene destinata alla coabitazione.
A causa delle origini borghesi, Dáša  non può proseguire gli studi superiori a Praga (avrebbe voluto studiare storia dell’arte e anglistica). Nel ‘50 la sorella riesce ad emigrare in Australia, mentre lei resta a vivere con la madre: si impiega dapprima come operaia e disegnatrice di abiti, finché nel ’52 trova lavoro come infermiera.


Pur non occupandosi di politica, Dáša  frequenta un gruppetto di critici del  regime comunista che diffondono volantini ironici contro il Partito. Azioni molto pericolose all’epoca. 
L'hotel Bílá Růže oggi, dove i giovani di allora andavano a ballare. Sotto, lo stemma.



"…Non vedevo l'ora che arrivasse la sera per andare a ballare alla Rosa Bianca… Allora andate, vanitose! – esclama la mamma gonfia di orgoglio materno mentre mi aggiusta un ricciolo ribelle sulla fronte„









E in quell’autunno del 1952, con la complicità della madre e di altre persone, fornisce protezione a due giovani in fuga dal servizio militare che avevano intenzione di espatriare ma verranno catturati. E così saranno arrestate anche lei e la madre.