Mi sono imbattuto per la prima volta in Dagmar Šimková nel 2013, mentre mi
occupavo di un altro personaggio della cultura cattolica ceca finito in carcere negli anni '50, la professoressa di archeologia classica Růžena Vacková.
Raccogliendo materiali sulla Vacková mi è capitato più volte di leggere brevi passi sulla vita quotidiana nel carcere di Pardubice e citati dalle memorie carcerarie di Dáša.
Avevano una duplice caratteristica:
Raccogliendo materiali sulla Vacková mi è capitato più volte di leggere brevi passi sulla vita quotidiana nel carcere di Pardubice e citati dalle memorie carcerarie di Dáša.
Avevano una duplice caratteristica:
• giudicavano
direttamente l’esperienza fatta, non erano pensieri sul racconto di
altri.
• erano riflessioni di
una persona che non rinnegava nulla di quanto le era accaduto, accettava
un destino spesso incomprensibile e difficile, vivendolo fino in fondo,
mettendo in gioco se stessa e la propria fede. Una persona sempre alla ricerca
del significato di ciò che le accadeva.